Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi una mail, da un nostro ex ospite, un ex bambino del Razzetti, che letta la testimonianza di F. pubblicata tempo fa, ha voluto farci conoscere, la sua esperienza del periodo trascorso durante l’infanzia presso l’istituto.
Una versione e un ricordo molto diversi dal vissuto di F. e che abbiamo deciso di pubblicare per mostrarvi anche “un’ altra faccia della medaglia” del Razzetti di allora.
Buongiorno, ho letto sul vostro sito lo sfogo di una ex bambina del Razzetti. Anch’io 60 anni fa ero al Razzetti e anch’io ci sono rimasto fino a 11 anni, traghettato poi alla Pavoniana. Io non ho avuto un’esperienza così drammatica. I tempi erano durissimi nel 1953, in centro a Brescia c’erano ancora molti palazzi bombardati, si pativa la fame.
Io provenivo dalla provincia di Verona, figlio di madre vedova, sono stato accolto dalle suore del Razzetti molto amorevolmente (eccetto qualche rara eccezione). Esatto ciò che l’ex bambina F. descrive dei Regali della Befana o dei Signori (si chiamavano così). I tempi eran quelli. Non si mangiava bene, ma non ho mai sofferto la fame e non sono mai stato picchiato. Avevamo il riscaldamento dappertutto (lusso riservato a pochi), servizi igienici sconosciuti alla totalità dei bambini (io non avevo mai visto un water), in luglio si partiva per le ferie in montagna a Zone. Una scuola di tutto rispetto ed anche spazi per giocare. Non mancava l’allegria.
Insomma, al Razzetti non è stata una brutta esperienza, considerando come vivevano allora i figli di madri vedove. Mi sento di ringraziare le Ancelle di allora, la città di Brescia e la gente caritatevole che ho avuto modo di conoscere. Se sono stato tolto dalla strada e sono diventato un imprenditore di successo il merito è un po’ anche loro.
Ho visto che avete trasformato l’Istituto in una struttura educativa di accoglienza per bambini: non si può che vedere una certa continuità con il passato.
Grazie e auguri per la vostra attività.
G. (marzo 1953 – settembre 1956)